Dopo l'annuncio Ferrari del ritorno di Raikkonen alla guida della propria Formula 1 si sono sprecati i pareri sull'oppurtunità o meno di avere i classici "due galli nel pollaio", e quasi tutti sono sfavorevoli alla scelta: da Schumacher che immagina un sicuro clima destabilizzato, ad Autosprint che prospettava addirittura un anno sabbatico per Alonso.
Pensavo che il passaggio dal commento RAI a Sky sarebbe stato migliore, ma insomma, quando in Formula 1 ci sono situazioni da interpretare, le interpretazioni sono spesso errate, che si tratti di Mazzoni o Vanzini, di Capelli o Villeneuve. E ciò capita anche quando c'è l'evidenza delle dichiarazioni degli interessati, nella fattispecie dei piloti.
Non c'entrano James Bond e le armi speciali forgiate dall'amico inventore, qui si parla di Q1, Q2 e Q3: le famigerate qualifiche. Tutti stanno infatti a parlare di una ritrovata Red Bull, ma nessuno fa notare che il pur bravissimo Vettel senza le sue belle qualifiche in questi anni avrebbe vinto assai meno. Non ci credete? Allora non ci resta che passare ai dati.
Primo maggio 1983, nel circuito del Santerno di Imola Ferrari, Brabham e Renault monopolizzano le prime tre file coi loro turbo superpotenti: in pole parte Arnoux con al suo fianco la freccia biancoazzurra di Piquet, mentre Tambay con la rossa 27 ha la propria terza piazzola di start personalizzata con la bandiera canadese dedicata a Gilles Villeneuve.